A Manatthan, tra la 274 West e la quarantesima strada, ogni mattina si serve lo stesso caffè che si beve a Bologna e anche dall’altra parte del mondo vi sembrerà di essere a casa.
Michele Casadei Massari e Alberto Ghezzi, due bolognesi doc, nel 2009 partivano alla volta della “grande mela” per fondare il Piccolo Cafe, ristorante-bistrot, che ha trovato nell’ amore per la propria terra d’origine e nella spontanea semplicità degli ingredienti della tradizione la sua più grande fonte di ispirazione.
Già, perché nel bel mezzo di Madison Square, di fronte alla sede del New York Times, tutti i giorni si servono tortellini e tagliatelle al ragù, lasagne, salumi, lambrusco e altre specialità della cucina tipica emiliano – romagnola.
Seduti comodamente ai tavolini di legno c’è una storia tutta bolognese che si dispiega nei sapori e profumi di casa, nei colori caldi e accoglienti dell’arredamento, la maggior parte fatto a mano o riciclato, nelle proiezioni delle partite di calcio dei “rossoblu” e non solo: soltanto un mese fa la guida enogastronomica “Bologna The Indulgent” sbarcava a New York proprio al Piccolo Cafe per raccontare di Bologna attraverso affascinanti itinerari, tra le architetture della città e le sue eccellenze culinarie, “Bologna la Dotta” e “Bologna la Golosa”, due storie inseparabili.
La loro avventura comincia nella notte di natale 2009, quando insieme Michele e Alberto decisero di aprire un piccolo stand al mercato di Union Square, dove si vendeva caffè italiano, cappuccino e dolci bolognesi: panettoni e amarene. Di lì a poco l’idea: reinvestire sul proprio territorio d’origine e farlo attraverso il cibo, la grande arte di noi italiani. Da allora il Piccolo Cafe è diventato una perla rara della metropoli d’ oltreoceano, tanto che c’è il “rischio” di dover condividere la colazione con Di Caprio, Uma Thurman o Ethan Hawke con la sola eccezione che per tutti i bolognesi che vanno a far visita al Piccolo Cafe viene offerta dalla casa.
Sembra ancora un sogno e invece è diventato realtà, lo sanno bene i nostri due bolognesi, che adesso si trovano a gestire ben quattro locali e stanno già progettando di aprirne un quinto nell’ Upper East Side, oltre che a specializzarsi nel servizio di catering. Insomma le idee sono molte e sempre brillanti, la chiave del successo è credere che nella semplicità e nella tradizione risieda la natura e bellezza delle cose.
Un’esperienza di straordinaria tenacia che porta Bologna alle porte del mondo e tocca il cuore di tutti noi suoi cittadini e amanti.