Mi chiamo Anna Patrizia Mongiardo. Sono di origine calabrese ma vivo da trentotto anni circa a Bologna. Ho svolto la professione di Tecnico di Radiologia in Radioterapia presso l’ospedale Bellaria di Bologna.
- Ha da sempre la passione per la scrittura? Da dove arriva e come l’ha coltivata nel tempo prima di pubblicare i suoi libri “Raggiungere Catanzaro non è facile” e “Bologna imperfetta”?
Sono stata prima una grande lettrice e come tale ho sentito la necessità di scrivere anche io. Ho iniziato circa venti anni fa con racconti brevi. Ho frequentato molti corsi di scrittura imparando l’ABC della narrazione: Bottega Finzioni, fondata da Carlo Lucarelli, l’Università Primo Levi e i seminari di scrittura di Paolo Nori, uno scrittore italiano, anzi di Parma, con cui mi sono addentrata nella letteratura russa.
“Raggiungere Catanzaro non è facile” e “Bologna imperfetta” sono nate in questi anni di frequentazione dei corsi. Scriverli è stato come misurare la temperatura a me stessa per capire se avevo raggiunto il giusto grado di maturità e potermi cimentare in qualcosa che da sempre avevo desiderato fare.
- Cosa ha ispirato la scrittura di “Bologna imperfetta”? Ha fatto riferimento a esperienze autobiografiche nel libro?
“Bologna imperfetta” è scritta in prima persona in forma autobiografica. In realtà fatti e personaggi sono frutto di invenzione e si mescolano abilmente nella realtà bolognese. C’è un miscuglio tra realtà e fantasia. L’unico luogo esistente certo è l’Ospedale Bellaria di Bologna, le sue strade assolate in agosto, una protagonista, Anita (io), che lavora (esperienza autobiografica) in un luogo non luogo.
- In altre interviste ha dichiarato che ha scritto il libro in un momento sereno della sua vita. Perché le ha ispirato proprio la scrittura di un giallo? E perché l’ha ambientato nel caldo estivo afoso di Bologna?
Ho iniziato a scrivere “Bologna imperfetta” in estate, con mio marito seduto accanto, ed erano momenti di assoluta serenità. Oggi mio marito non c’è più.
L’idea di ambientare un giallo in ospedale, nel mio posto di lavoro, l’avevo assecondata a lungo. Poi ho iniziato a scrivere, e non ho smesso finché la storia non s’è conclusa.
- Quale ruolo ricopre la città di Bologna in questa storia? E perché l’ha descritta come “imperfetta” nel titolo del suo libro?
Il posto in cui si vive diventa “un luogo sicuro” conosciuto, che ci protegge. Sappiamo di fare parte di quell’involucro chiamato città, la conosciamo e l’amiamo. Conoscendola sappiamo distinguere di lei pregi e difetti. Bologna ha troppi pregi, difetti pochi. Il titolo è nato dalla mia indecisione.
Ero certa che nel titolo dovesse esserci scritto la parola Bologna, perché il giallo è tutto bolognese. Bologna l’ho ritenuta imperfetta anche per tutti quei piccoli casi di omicidi, tanti troppi, che gli scrittori bolognesi hanno disseminato nelle strade della città con commissari inverosimili dai nomi più stravaganti.
- Con quali aggettivi descriverebbe la storia di “Bologna imperfetta”? È un giallo avvincente, pieno di colpi di scena, o più riflessivo ed enigmatico?
La storia è molto giocosa, a tratti ironica, avvincente perché il lettore trova all’interno molti eventi che lo rendono curioso di scoprire la verità.
- Chi sono i protagonisti di questa storia e come sono stati creati?
I protagonisti sono un giornalista alle prime armi che impara il mestiere di scrivere per la cronaca nera. Un commissario di polizia che segue le indagini e Anita, la protagonista che ha trovato un cadavere nel parco dell’ospedale dove lavora. Per disegnare i protagonisti mi sono ispirata a personaggi realmente esistenti ma che ho chiaramente trasformato con la fantasia.
- Ha dedicato a qualcuno o a qualche evento in particolare questo libro?
Questo libro l’ho dedicato a mio Marito per i motivi che ho spiegato sopra.
- A chi consiglia la lettura del suo libro?
Consiglio la lettura ai bolognesi. Anche ai calabresi e a chi non conosce Bologna, ma anche agli italiani che amano i thriller. È una lettura semplice, scritto con chiarezza di linguaggio. Può essere letto facilmente anche da stranieri che si cimentano nello studio dell’italiano.
- Può lasciarci qualche aneddoto interessante su “Bologna imperfetta”?
Anita, la protagonista, sfinita dal caldo, dal lavoro e dall’inchiesta, mentre percorre le strade assolate di Bologna, ha dietro di se una sola auto. Dallo specchietto retrovisore vede una cosa insolita: una donna che picchia un uomo mentre questo guida. La macchina sbanda paurosamente. Lei che continua a dare all’uomo pugni in testa, gliela sbatte contro il finestrino… insomma bisogna leggere il libro.
- Come continuerà la sua avventura letteraria dopo “Bologna imperfetta”?
E dopo aver letto Bologna imperfetta, ecco che arriva “A Bologna danno l’acqua” (titolo provvisorio). La protagonista, ossia la voce narrante, è sempre Anita, che questa volta vuole cimentarsi a scrivere un thriller. Approfittando dell’omicidio di una prostituta nei pressi di casa sua, usa come mezzo d’informazione (informer), tre personaggi del romanzo precedente: Dario il giornalista, Il commissario Brunetti verso cui Anita ha troppa “simpatia” e il suo vice, commissario Garruto. Basta, altrimenti faccio spoiler.
My name is Anna Patrizia Mongiardo. I am of Calabrian origin, but I have lived in Bologna for about thirty-eight years. I worked as a radiology technician at the Bellaria Hospital Radiotherapy Unit in Bologna.
- Have you always had a passion for writing? Where does it come from and how have you cultivated it over time before publishing your books “Raggiungere Catanzaro non è facile” and “Bologna imperfetta”?
I was first a passionate reader and as such I felt the need to write too. I started about twenty years ago with short stories. I attended many writing courses learning the basics of storytelling: Bottega Finzioni, founded by Carlo Lucarelli, the Primo Levi University and the writing seminars by Paolo Nori, an Italian writer, or more precisely from Parma, with whom I delved into Russian literature.
“Raggiungere Catanzaro non è facile” and “Bologna imperfetta” were born in these years of training. Writing them was like measuring the temperature to myself to understand if I had reached the right degree of maturity and if I would be able to engage in something I had always wanted to do.
2. What inspired “Bologna imperfetta”? Did you refer to autobiographical experiences in the book?
“Bologna imperfetta” is written in the first person as an autobiography, yet facts and characters are invented and skilfully blended in the reality of Bologna. There is a mixture of reality and fantasy. The only place that certainly exists is the Bellaria Hospital in Bologna, its sunny streets in August, a protagonist, Anita (me), who works (autobiographical experience) in a non-place.
3. In previous interviews you stated that you wrote the book in a serene time of your life. Why did it inspire you to write a detective story? And why did you set it in the sultry summer heat of Bologna?
I started writing “Bologna imperfetta” over the summer, with my husband sitting next to me, they were moments of absolute serenity. Now my husband is gone.
I had long indulged in the idea of setting a detective story in a hospital, in my workplace, then I started writing and I didn’t stop until the story was completed.
4. What role does the city of Bologna play in this story? And why did you describe it as “imperfetta” (imperfect) in the title of your book?
The place where we live in becomes a known “safe place” that protects us. We know we are part of that shell called the city, we know it and we love it. Thanks to this knowledge we distinguish its strengths from its weaknesses. Bologna has too many virtues, few flaws. The title was born from my indecision.
I knew the word Bologna had to be in the title, because this is a Bolognese crime novel. I considered Bologna imperfect even for all those small cases of murders, so many too many, that the Bolognese writers have scattered in the streets of the city with unlikely commissioners carrying the most extravagant names.
5.Which adjectives would you use to describe the plot of “Bologna imperfetta”? Is it captivating and full of twists, or more reflective and enigmatic?
The story is very playful, at times ironic, captivating because the reader finds within it many events that make him curious to discover the truth.
6.Who are the main characters of this story and how were they created?
The main characters are a novice journalist who is learning the art of writing for the crime news, a police commissioner supervising the investigation and Anita, the protagonist who found a body in the park of the hospital where she works. I drew my leading characters by looking at personalities that really exist, which I clearly transformed with my imagination.
7.Did you dedicate this book to anyone or any event in particular?
I dedicated this book to my husband for the reasons I explained.
8.Who do you suggest your book to?
I recommend this book to the Bolognese people, to the people from Calabria as well, to those who do not know Bologna and to the Italians who love thrillers. It is an easy read with a clear language. It can also be read easily by foreigners who undertake the study of the Italian language.
9.Can you leave us some interesting anecdotes about “Bologna imperfetta”?
Anita, the protagonist, exhausted by the heat, her work and the investigation, as she drives along the sunny streets of Bologna, has only one car behind her. From the rear-view mirror she sees an unusual thing: a woman beating a man while he is driving. The car swerves frighteningly. She keeps punching the man in the head, slamming him against the window… in short, you have to read the book.
10. How will your literary adventure continue after “Bologna imperfetta”?
And after reading Bologna imperfetta, here comes “A Bologna danno l’acqua” (temporary title). The protagonist, the narrating voice, is still Anita, who wants to attempt to write a thriller this time. She takes advantage of the murder of a prostitute near her home and she uses three characters from the previous novel as informers: Dario the journalist, Commissioner Brunetti, who Anita is too much “fond” of and his deputy, Commissioner Garruto. Enough, otherwise I’ll spoil the story.
by Eleonora Silvani for Bologna Connect